Un romanzo che finge di essere un saggio sulla figura dello scrittore, per distruggerla e (forse) ricrearla. Lo scrittore non è né un alcolizzato geniale né un gigante del pensiero, né un romantico torturato o un mondano adulato dai media. Lo scrittore si dibatte tra il silenzio e la malattia, rischia la vita per mano propria o per mano di chi è recluso insieme a lui nel carcere mentale e fisico del pensiero. Spesso è analfabeta, come Kurilin che evoca il terrore stalinano a delle bambole di ferro che sembrano ascoltarlo, a volte è gia morto, come Maria Trecentotredici, che fa una conferenza sulla scrittura nell'oscurità totale che segue il suo decesso. Oppure è in trance, come Linda Woo, che dall'interno della sua cella grida una definizione degli scrittori: "La loro memoria è diventata una raccolta di sogni. S'inventano dei mondi in cui il fallimento è sistematico e cocente come in quello che voi chiamate mondo reale". Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.